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La #linguaitaliana si insegna con la #moda

Fino a venti anni fa il linguaggio della moda abbondava di termini in lingua francese, da circa un ventennio, però, molto è cambiato o se vogliamo si è “evoluto”.

Probabilmente i pochi termini francesi, ancora in uso, tra cui “maison” per indicare la casa madre del marchio oppure i nomi dei tessuti (come ad esempio: satin, georgette, chiffon, voile…) e le lavorazioni degli stessi (pied de poule, piquet, mélange, plissè…). A sostituirli ci sono gli inglesismi, aumentati a dismisura da dieci anni fino a qualche anno fa: il termine “boutique” è oramai diventata “store”, la “lingerie” è acclamata come “underwear”…

Dunque, oggi si registra un ulteriore inversione di tendenza: la moda parla in lingua italiana.

Il passaggio è delicato, ma efficace: dal francese chic, si è passati all’inglese glam, oggi si afferma il termine elegante. Stesso concetto è vero, ma da suono decisamente tricolore!

La moda è sempre stata una parte importante della cultura italiana e lo è fra le migliori espressioni del made in Italy.

La moda italiana, infatti, è apprezzata ovunque anche perchè crea una fusione tra l’arte e la bellezza che il Bel Paese evoca nell’immaginario degli stranieri. Da qui l’idea di inserire delle lezioni sui testi, la letteratura, i modelli di un settore economico del made in Italy di pregio alla nostra Università per Stranieri.

——Di seguito articolo integrale a riguardo— (fonte articolo: lanazione.it)

In tempi difficili, la moda è sempre scandalosa”, diceva Elsa Schiaparelli. Chissà cosa direbbe oggi quando l’eleganza è cambiata, le gonne si sono accorciate e riallungate, ma la crisi oggi più che mai imperversa. E la moda, fra le migliori espressioni del made in Italy, è una questione complessa. Lo sanno bene alla nostra Università per Stranieri che, nei programmi di insegnamento dell’italiano a stranieri, con il centro Ditals, ha promosso il seminarioWinter School 2021, fino ad oggi, con adesioni dall’Italia e dal mondo, sui testi della moda. Al corso online, dopo l’inaugurazione di Fabrizio Sclavi, senese di nascita, nome importante della moda, designer, giornalista, già direttore di riviste internazionali, si sono alternati esperti accademici e altri operatori come Federica Fiori caposervizio di Elle Italia; Jessica Shephard, già pr Donna Karan, Gucci, Armani e Ermanno Scervino, altri.

Perché questo corso?

Seguo la formazione certificata dei docenti di italiano per stranieri in Italia e nel mondo – dice Pierangela Diadori professore ordinario di linguistica italiana, direttrice Ditals -, realizzo con i miei collaboratori iniziative per rendere più attraenti le lezioni fuori d’Italia“.

Perché l’eleganza italiana attira chi studia la nostra lingua?

La nostra moda, soprattutto i brand del lusso, è apprezzata ovunque, ha spiegato la storica della moda Sofia Gnoli. Si combina perfettamente con l’arte e la bellezza che l’Italia evoca nell’immaginario degli stranieri. Molti individuano nello studio della lingua un modo per avvicinarsi a questa nostra cultura, sinonimo di eleganza. Da qui l’interesse per i testi di moda“.

Il linguaggio della moda?

Una giornata è stata dedicata al lessico: Stefano Ondelli, ha studiato i forestierismi, Giuseppe Sergio gli italianismi, Giada Mattarucco la storia delle parole. Nell’italiano, oggi si assiste all’invasione di anglicismi. Esistono ‘elegante’ e ‘di moda’, eppure usiamo ‘chic’ e ‘trendy’’”.

Il binomio parole – immagini. “I contenuti della moda, come ha illustrato Donatella Troncarelli, sono scritti e multimediali. Lorenzo Coveri e Federica Fiori hanno analizzato gli effetti della pandemia sulla comunicazione; Maria Catricalà l’imagery. Di didattica, si sono occupati Giuseppe Caruso e Daniela Moavero, io ho proposto un workshop per lo sfruttamento di alcune interviste a Wanda Ferragamo e Ottavio Missoni”. Tre giorni no stop con un fil rouge quello, in sintonia con Giorgo Armani, “Eleganza non significa essere notati, ma essere ricordati”.

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