Una vetrina che propone moda “non omologata” per la vendita di capi artigianali
In Italia, terra di eccellenza per la moda nel mondo, quando si parla di sostenibilità ambientale unita al fashion ne consegue un immediato “crash“. Ma se la moda è intesa come non omologazione e cioè personale, esistono tante mode quante le personalità.
Si parte da una continua ricerca personale in fusione con tanta, ma davvero tanta passione. Qualcosa si muove a Bologna, dove è nata la prima eco-boutique: una nuova opportunità per chi vuole farsi conoscere come “eco-stilista“. Il progetto ha lo scopo di raccogliere giovani stilisti con idee green (che molto spesso hanno estro, ma non sono conosciuti) per convogliare le loro energie positive e far conoscere le proprie creazioni.
Il nome scelto è “Green a Porter” e consiste in una vetrina che propone moda “non omologata” per la vendita di capi artigianali: stilisti indipendenti lavorano con tessuti di pregio, naturali o recuperati. In pratica, un negozio in cui andare a trovare la borsetta o il capo in seta veramente originale. Green a Porter aprirà entro settembre un nuovo spazio a Bologna e continuerà a ricercare idee, proposte e talenti da volorizzare.